
La Fauna del Monte Pisano
Il Monte Pisano è ricco di fauna. La molteplicità degli ambienti e dei microclimi crea condizioni adatte alla colonizzazione da parte di molte specie animali; ognuna di queste si è adattata a un determinato “mix” di condizioni ambientali, occupa cioè una nicchia ecologica ben precisa, che le permette di sopravvivere e perpetuarsi. Non dobbiamo però immaginare questa nicchia come un compartimento stagno privo di effetti sull’esterno: al contrario, ogni specie è collegata, direttamente o indirettamente, a tutti gli altri esseri viventi presenti nell’ecosistema, che siano essi batteri, funghi, piante o altri animali.
Questo articolo è diviso in tre parti
Vai alla parte 1 – La Geologia del Monte Pisano
Salta alla parte 2 – La Vegetazione del Monte Pisano
Partendo dal gruppo degli Insetti, studi di campo hanno reso nota la presenza di numerose specie (374 specie descritte) di cui alcune rare non solo nell’ambito del Monte ma anche in generale. Libellule, farfalle e falene, mantidi, cavallette, grilli e grillitalpa, cicale e insetti stecco, ma anche effimere e idrometre sono solo una parte della grossa fetta entomologica della nostra area studio.
Gli anfibi
Gli Anfibi, così detti perché la loro vita si divide tra due mondi, quello acquatico e quello terrestre, sono ben presenti sul Monte anche se le specie non sono moltissime. Ricordiamoci che quando parliamo di anfibi ci riferiamo non solo alle rane, ma anche ai rospi, alle raganelle, ai tritoni e alle salamandre. Sul Monte Pisano vivono la rana appenninica (Rana italica), di color marroncino, la rana verde (Pelophylax bergeri), la raganella italica (Hyla intermedia), il rospo comune (Bufo bufo), il tritone punteggiato (Lissotriton vulgaris). In passato vennero avvistati anche la salamandra pezzata (Salamandra salamandra) e il tritone crestato (Triturus carnifex). Tutti gli anfibi hanno una fase iniziale di vita strettamente acquatica, sotto forma di girini; successivamente metamorfosano nella forma adulta che potrà uscire sulla terraferma ma rimarranno in ogni caso per sempre legati all’acqua, sia per le proprie esigenze che per la riproduzione. Quindi possiamo comprendere come siano indissolubilmente legati alle aree umide e alla presenza di vegetazione igrofila (amante dell’umidità).

Rospo comune
I rettili
I Rettili del Monte comprendono serpenti, lucertole, ramarri, gechi. I serpenti presenti sono coronelle, biacchi, bisce d’acqua e saettoni. Non ci dobbiamo lasciar spaventare da queste presenze: i serpenti non amano l’incontro con l’uomo, quindi se non minacciati, fuggiranno (e a loro conviene di più!). Spesso e volentieri occhi inesperti possono confondere un serpente innocuo incontrato nel bosco con la velenosa vipera. Partendo dal fatto che le vipere sono ancora più elusive e che quindi è difficile incontrarle, possiamo stare tranquilli perché un dato abbastanza certo è proprio l’assenza della vipera sul Monte Pisano. Ovviamente questo non rappresenta un lasciapassare per fare chiasso e comportarci come vogliamo nel bosco, disturbando con noncuranza gli animali presenti: il nostro atteggiamento deve essere sempre rispettoso come quello di chi entra in una casa che non è la sua. Consigliamo una guida sui serpenti d’Italia corredata da foto a colori per poter imparare a distinguere le varie specie. Per quanto concerne le differenze più facilmente riscontrabili tra vipere e “non vipere” (il termine generico biscia è usato un po’ impropriamente): le vipere hanno la testa triangolare, sono più corte e più tozze e hanno la pupilla a fessura verticale.
Gli uccelli
Gli Uccelli sono diffusissimi (i birdwatchers saranno contenti) e occupano tutti i tipi di ambienti. Possiamo rendercene conto semplicemente camminando e sintonizzando il nostro udito su quel brusìo di canti cristallini provenienti da ogni dove e quel fermento che notiamo quando alziamo lo sguardo verso le chiome degli alberi. Sono presenti specie stanziali, ovvero che vivono sul Monte tutto l’anno e specie migratrici, queste a loro volta possono passare sul rilievo solo l’inverno o l’estate. Non possiamo per ovvi motivi elencarle tutte, ci vorrebbe un capitolo a parte; tra i rapaci diurni citiamo la poiana (Buteo buteo) molto diffusa anche in pianura e il bellissimo gheppio (Falco tinnunculus). I rapaci notturni principali, che con il loro richiamo creano un’atmosfera di magia che si diffonde in tutta la valle, sono l’allocco (Strix aluco), il candido barbagianni (Tyto alba) e l’assiolo (Otus scops), già più raro sul Monte. Tra i vari corvidi abbiamo la splendida ghiandaia (Garrulus glandarius) e la gazza (Pica pica).
Altre presenze pennute degne di nota sono sicuramente il picchio verde (Picus viridis), la particolarissima upupa (Upupa epops), l’opportunista cuculo (Cuculus canorus) e piccoli passeriformi come lo scricciolo (Troglodytes troglodytes), il fringuello (Fringilla coelebs), la colorata cinciallegra (Parus major). Occorre armarsi di binocolo e di una guida portatile per il loro riconoscimento ma soprattutto occorre armarsi di pazienza!

Gheppio
Ed infine i mammiferi
Stiamo giungendo alla fine della nostra breve gita faunistica sul Monte Pisano. Il gruppo di cui accenneremo adesso lo abbiamo lasciato per ultimo ma non per caso: evolutivamente parlando sono è il gruppo che si è affermato più di recente. Stiamo parlando dei Mammiferi, classe di cui anche noi siamo rappresentanti. La loro presenza è consistente anche se confermata più da indizi indiretti che osservazioni dirette. Tracce di pelo, di escrementi (le “fatte”) e orme impresse nel terreno o nella neve sono i segni di presenza che dobbiamo cercare se desideriamo capire qual è la fauna a mammiferi presente in un determinato luogo. Quest’ultima è la tipica fauna appenninica, quindi troveremo ricci, talpe, toporagni, lepri, scoiattoli e istrici; di particolare pregio naturalistico è il quercino (Elyomis quercinus), piccolo roditore notturno simile a un topolino. Tra i Mustelidi ritroviamo faine, tassi e martore, e molto raramente anche la puzzola. Non possiamo dimenticare la fiammeggiante volpe rossa (Vulpes vulpes), fondamentale per il contenimento delle popolazioni di piccoli animali come roditori, uccelli e insetti. Una presenza consistente è sicuramente quella del cinghiale (Sus scrofa). Con la sua fondamentale azione di rooting smuove il terreno, ossigenandolo, servendosi del suo naso, chiamato grugno. Preda di carnivori in cima alla catena alimentare come il lupo, il numero spropositato di cinghiali in tutta la penisola è dovuto alla sua elevata prolificità biologica ma anche e soprattutto alle le numerose introduzioni di cinghiali provenienti da altre aree d’Europa dell’Est a fini venatori. Questi, una volta liberati nel nuovo territorio, si sono ibridati con il cinghiale autoctono. Elevato è stato anche il numero di allevamenti di cinghiali svezzati in cattività e poi liberati in natura, sempre con gli stessi fini “sportivi”. Il tema è molto complesso e forse lo affronteremo in un articolo dedicato.
Gli ambienti di vegetazione che abbiamo descritto prima sono fondamentali per l’instaurarsi della fauna selvatica! Infatti, la perdita di habitat è tra le cause principali dell’estinzione di una specie. Se vogliamo preservare la ricchezza biologica tutta, dal livello genetico a quello ecosistemico, è importante prendere in considerazione tutte le componenti implicate, un lavoro assolutamente non facile da svolgere se consideriamo che sulla Terra vi è una specie altamente invasiva e con grande potere di modifica e modellamento degli ambienti naturali: la nostra!

Immagine di repertorio
Biobliografia
- “La vegetazione del Monte Pisano”, B. Andrea, Sani A., Tomei P. Emilio, “I quaderni del metato”, 2003- 2004, Dipartimento di Agronomia e Gestione dell’Agroecosistema, Università di Pisa.
- “A pilot study on the use of camera trapping to monitor meso-mammals in an area affected by fire”, Sofia Bertonelli 2021, Università di Pisa.
- I tesori del Monte Pisano. Le piante e i funghi, Vol. II, Sorbi S.&Scaglia P., Pacini Editore, 2013
- I tesori del Monte Pisano. Gli animali, Vol. I, Sorbi S.&Scaglia S., Pacini Editore, 2018
- Note illustrative della Carta Geologica d’Italia, foglio 273, Pisa. A cura di Carosi R., Montomoli C., Pertusati P.C., Sarti G., Frassi C., Leoni L., Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
- Studio di Incidenza a supporto del POC – Piano operativo comunale del comune di San Giuliano Terme, Allegato 2b, Giugno 2018
- La Geologia del Monte Pisano, Società Geologica Italiana.