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La Flora del Monte Pisano

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Ai giorni nostri il Monte Pisano ci offre uno spettacolo di piante diverse e affascinanti. Ma come si è formata questa ricchezza vegetale? Qual è il legame tra le rocce, i suoli e le specie che vi crescono? E soprattutto, il paesaggio che vediamo oggi è sempre stato così o è cambiato nel tempo a causa dell’uomo? Scopriamolo insieme, partendo da un breve salto nel passato. Scopriamo la vegetazione del monte pisano e la sua origine.

La vegetazione del Monte Pisano, per come la possiamo osservare oggi, è sempre stata così? No, non lo è sempre stata. Quando guardiamo il Monte dobbiamo comprendere che il paesaggio odierno è frutto di secoli e secoli di interventi e modifiche antropiche, fin dallo stanziarsi dei primi esseri umani.

In realtà la copertura vegetale in origine era abbastanza diversa rispetto a quella attuale. La vegetazione originaria era costituita da due tipologie di copertura boschiva: boschi dominati dal leccio (Quercus ilex) e boschi misti di alberi che perdono le foglie d’inverno: querce, carpini, ontani.

Questo articolo è diviso in tre parti

Vai alla parte 1 – La Geologia del Monte Pisano

Vai alla parte 3 – La Fauna del Monte Pisano

albero di sughera nella valle delle fonti, scatto al suo tronco tipico

Sughera immortalata nella Valle delle Fonti

Com’è la vegetazione oggi?

Oggi abbiamo una prevalenza di boschi di castagno e di pinete a pino marittimo.

Il castagno (Castanea sativa), dalla forte valenza culturale, rappresenta una testimonianza storica dell’antica economia contadina del Monte Pisano. Veniva utilizzato per i suoi gustosi frutti, le castagne, nel castagneto “da frutto” ma anche per la legna nel castagneto “ceduo”.

La seconda formazione boschiva predominante al giorno d’oggi è la pineta costituita dalla specie pino marittimo (Pinus pinaster), maggiormente diffuso sul versante lucchese. Vi sono poi aree dove il pino marittimo è andato insediandosi nel castagneto (“castagneto coniferato”).

Abbiamo poi altre tipologie di copertura boschiva: l’ostrieto, esposto a nord, in cui dominano i carpini (Ostrya carpinifolia) e i frassini (Fraxinus ornus).

I querceti misti, composti in prevalenza da una specie di quercia chiamata roverella (Quercus pubescens), sono presenti ma comunque molto limitati, e rappresentano come abbiamo accennato all’inizio il ricordo antico della vecchia vegetazione spontanea, che col tempo è stata sostituita dal castagneto, dalla pineta, dal robinieto in tempi più recenti e ovviamente dall’oliveto. Parlando di robinieto è opportuno fare una piccola digressione su questo ambiente. La robinia (Robinia pseudoacacia) è una pianta non originaria dei nostri luoghi, di fatto è arrivata dall’America del nord, venendo introdotta dall’uomo in Europa nel 1600. Ma questa ha saputo insediarsi in un nuovo ecosistema e divenirne parte integrante, tanto che, com’è nel caso del Monte, è arrivata ad estendersi fino a originare interi boschi chiamati appunto robinieti. Si sostituiscono anch’essi a vecchi querceti misti, in zone umide e fresche lungo i torrenti o in ex-coltivi.

La vegetazione che cresce spontanea lungo i torrenti è costituita dalla comunità delle ontanete, dove cresce protagonista il bellissimo ontano (Alnus glutinosa). In queste aree fresche e ombrose, ricche di umidità, non è raro incontrare interessanti specie di felci.

Nella parte nord-occidentale del rilievo e nella parte sud-orientale, esposta al meridione, si trovano le principali formazioni boschive di leccio (Quercus ilex) e sughera (Quercus suber). Ma che alberi sono? Prima di tutto, sono anch’essi delle querce (il nome del genere è sempre Quercus infatti!) però queste due specie non perdono le foglie d’inverno, sono sempreverdi e hanno le foglie dure e coriacee. Strettamente legate alla fascia mediterranea, hanno le foglie simili ma si possono facilmente distinguere dal momento che la sughera è rivestita per l’appunto di sughero, un’ottimale difesa contro gli incendi.

Quercia sul Monte Pisano

Una quercia

Ma…C’è solo il bosco sul Monte Pisano?

Certo che no, già dalla pianura pisana possiamo osservare anche altri tipi di copertura vegetale: la macchia e la gariga. Partiamo dalla macchia: la macchia è un ambiente costituito da una vegetazione fitta e difficilmente penetrabile di arbusti e alberi allo stadio giovanile. Nella struttura generica del bosco, che abbiamo visto nell’articolo sugli incendi (a questo link trovate un interessante articolo in merito) lo stadio “macchia” rappresenta un livello di degradazione e ricostruzione del bosco precedentemente presente, spesso causato da frequenti incendi. Gli arbusti più diffusi nelle macchie del Monte sono i cisti, le eriche, i mirti, i ginestroni, le ginestre. Nell’area del Monte della Verruca, percorsa recentemente dal fuoco, si può ammirare una intricatissima e colorata macchia costituita proprio da questi arbusti, con individui di pino marittimo in crescita, chiaro segno di rinnovamento vegetativo. Esiste, però, un’ulteriore stadio di degradazione, le cui cause sono riconducibili a pressioni antropiche di notevole intensità come il pascolo, all’abbattimento degli alberi, e ancora una volta, gli incendi: lo stadio della gariga. Come distinguo la gariga dalla macchia? La macchia è continua e densa, il suolo non si vede, la gariga invece è caratterizzata da discontinuità nella copertura, da piante erbacee e arbusti sparsi, il suolo arido e sassoso è ben distinguibile. Ricordiamoci che questa aridità è provocata dall’azione umana, e che se il Monte non avesse vissuto questa fase di pressione e modifica il paesaggio sarebbe ben diverso.

Foto aerea del Monte Pisano e della Rocca della Verruca

Foto aerea del monte passato dal fuoco in zona Rocca della Verruca

Adotta un albero sul Monte Pisano!

Montepisano Tree è un progetto che nasce per valorizzare il territorio del Monte Pisano, in Toscana, e per proteggere e gestire i suoi boschi, che sono fondamentali per contrastare il cambiamento climatico. Il progetto permette a chiunque di adottare un albero sul Monte Pisano, scegliendolo tra quelli disponibili sulla mappa online e ricevendo le indicazioni per raggiungerlo e curarlo. Adottare un albero significa creare un legame forte con la natura e con il luogo, contribuendo alla sua salvaguardia e al suo sviluppo sostenibile.

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signora con smartphone in mano che mostra il sito di Montepisanotree

I suoli su cui crescono le piante sono tutti uguali?

No, la tipologia di vegetazione è, tra le altre cose, anche espressione delle proprietà del terreno. Queste proprietà si traducono negli elementi chimici più presenti o meno presenti, derivanti da processi di alterazione delle rocce, processi e trasformazioni che, nel tempo, danno origine al suolo. Questo fenomeno fondamentale si chiama pedogenesi. I suoli poi possono essere classificati in base al pH. In base alla quantità di micronutrienti presenti nel suolo, individuiamo suoli acidi, ricchi di nutrienti (come ferro e manganese, importanti per la sintesi della clorofilla), suoli neutri e infine basici, generalmente più poveri. Semplificando possiamo individuare le piante acidofile (sul Monte Pisano parliamo di castagneti acidofili, pinete a pino marittimo, sugherete); poi abbiamo specie neutro – basifile, cioè adattate a suoli con un pH più basico. I terreni basici sono ricchi in calcio e poveri in ferro e manganese. Queste piante hanno evoluto una maggior efficienza nell’assorbimento dei micronutrienti tramite le radici proprio a causa della loro minor disponibilità, al contrario invece delle specie acidofile che sono poco adattate all’assorbimento. Infine abbiamo le specie anfitolleranti, che non sono sensibili al pH.

Potete indovinare di chi parleremo nel prossimo capitolo?

Non ci stiamo forse dimenticando di coloro che con i vegetali hanno una strettissima relazione, dal momento che essa rappresenta per loro un prezioso rifugio, una fonte di alimentazione, che la regolano impedendone una crescita spropositata e che al contempo con la loro presenza ne garantiscono la perpetuazione? Stiamo parlando proprio di loro, dei rappresentanti del Regno Animale, di cui anche noi esseri umani facciamo parte.

Appuntamento alla prossima settimana con l’ultima parte di questa preziosa ricerca sul nostro amato Monte Pisano dedicata proprio al regno animale

Cervo adulto - Primo piano

Immagine di repertorio

Biobliografia

  • “La vegetazione del Monte Pisano”, B. Andrea, Sani A., Tomei P. Emilio, “I quaderni del metato”, 2003- 2004, Dipartimento di Agronomia e Gestione dell’Agroecosistema, Università di Pisa.
  • “A pilot study on the use of camera trapping to monitor meso-mammals in an area affected by fire”, Sofia Bertonelli 2021, Università di Pisa.
  • I tesori del Monte Pisano. Le piante e i funghi, Vol. II, Sorbi S.&Scaglia P., Pacini Editore, 2013
  • I tesori del Monte Pisano. Gli animali, Vol. I, Sorbi S.&Scaglia S., Pacini Editore, 2018
  • Note illustrative della Carta Geologica d’Italia, foglio 273, Pisa. A cura di Carosi R., Montomoli C., Pertusati P.C., Sarti G., Frassi C., Leoni L., Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
  • Studio di Incidenza a supporto del POC – Piano operativo comunale del comune di San Giuliano Terme, Allegato 2b, Giugno 2018
  • La Geologia del Monte Pisano, Società Geologica Italiana.

 

 

 

 

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Margherita Bianchi

Ciao, il mio nome è Margherita e sono una Naturalista. Fin da bambina ho nutrito un grande amore per la natura e con il tempo è sorto in me il desiderio di contribuire alla sua protezione. Mi sto attualmente specializzando in Conservazione ed Evoluzione presso l’Università di Pisa. Amo la scrittura come forma di espressione personale; mi piace attraverso di essa parlare di ciò che vedo da una prospettiva sia scientifica che personale. Spero con i miei articoli di accendere una scintilla di fascinazione per l’incredibile varietà di esseri che ci circonda e di far comprendere l’importanza della loro salvaguardia.