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Gorgona: L’isola più misteriosa dell’Arcipelago Toscano

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Visitiamo una delle isole più inaccessibili dell’arcipelago Toscano

L’arcipelago Toscano con le sue spiagge caraibiche, il suo clima mite ed i tanti i suggestivi panorami che ci regala, nasconde anche alcuni segreti che pochi conoscono, soprattutto chi arriva da lontano.

Chiunque abbia dato uno sguardo all’orizzonte dalle vette del Monte Pisano, avrà visto in lontananza l’isola di Gorgona e, probabilmente, nelle giornate più limpide l’avrà trovata insieme alla sorella maggiore, Isola di Capraia, e una porzione della Corsica in lontananza.

Un’isola relativamente poco distante dalla costa, ben più vicina di molte altre isole dell’arcipelago, per la quale però non troverete un traghetto di linea giornaliero che la raggiunge. Magari starete cercando un hotel per passare le vacanze in Toscana in una delle isole e oltre all’Isola d’Elba vedrete offerte per Capraia e forse Pianosa, ma sarà impossibile trovarle per Gorgona. Eppure un gioiello così vicino alla costa dovrebbe essere pubblicizzato ovunque, con banner pubblicitari su ogni sito di viaggi e nelle agenzie, ma perché questo non accade?

L’isola proibita

Magari qualcuno potrebbe pensare che il turismo di massa non sia ancora arrivato sulle calette e le spiagge di quest’isola così misteriosa in mezzo al Mar Tirreno e, salito a bordo di una barca privata, potrebbe provare ad avvicinarsi all’isola ma in pochissimo tempo sarebbe subito “invitato” ad allontanarsi con la forza.

Come Gorgona, l’arcipelago possiede un’altra isola impossibile da raggiungere in autonomia: Montecristo, ma in questo caso l’isola, ad eccezione  delle guardie che la custodiscono, non è abitata e il divieto esiste per fini ambientalistici proprio per non contaminare l’ambiente isolano estremamente delicato.

Per Gorgona la situazione è ben diversa… L’isola non è deserta, esistono dei residenti fissi, altri stagionali, ma oltre a loro ci sono fattorie, un’importante vigna, allevamenti e terreni agricoli. Ogni mattina in Gorgona i motori dei trattori si accendono, gli animali delle fattorie si svegliano e vengono accuditi, le persone si mettono la tuta da lavoro ed iniziano a fare il proprio mestiere, chi nello spaccio alimentare, chi nei campi, chi alla manutenzione edile, chi lungo i preziosi filari delle vigne. Da Gorgona partono barche cariche di prodotti isolani destinati al mercato del continente ma nonostante ciò nessuno può avvicinarsi…

Forse lo sapevate già, forse lo avete intuito, ma è giunto il momento di svelarvi il segreto dell’isola…

L’intera isola è una Colonia Penale Agricola!

Sull’isola di Gorgona esiste l’ultimo carcere isola d’Europa. Chiamarlo carcere potrebbe sembrare strano, qui infatti esistono le celle come in ogni prigione del mondo, ma le mura di cinta non sono fatte di acciaio e filo spinato ma da scogliere e acque cristalline. I detenuti qui non camminano in fila a testa bassa, ma guidano i trattori, gestiscono i cantieri e si occupano della manutenzione dell’isola in modo meticoloso e con tanta passione.

L’isola non è sempre stata una colonia Penale, infatti la sua storia fin dalle origini dell’umanità ha visto periodi di presenza umana alternati a totale abbandono. Si trovano sull’isola resti risalenti al Neolitico per poi passare a periodi più recenti con testimonianze di insediamenti greci. L’Isola infatti, come nel caso di Pianosa, veniva usata dai naviganti come punto di approdo per il rifornimento di acqua potabile sulle imbarcazioni di passaggio. Si trovano tracce della presenza Etrusca ed infine Romana testimoniata, quest’ultima dalla grande Villa oggi in parte ancora visibile sul versante est dell’isola. Passato il periodo Romano l’isola è rimasta disabitata fino all’arrivo dei monaci Benedettini giunti all’incirca nel 1000 d.C ed i monaci Cistercensi che per tutta l’epoca Medioevale hanno popolato l’isola. Gorgona è stata poi oggetto di contese tra le repubbliche marinare di Pisa e Genova fino al successivo interessamento da parte di Firenze che portò l’isola nel 1400 al controllo da parte dei Medici per poi, nel 1896 dopo l’annessione al regno d’Italia, divenire la colonia Penale Agricola che conosciamo oggi.

Insomma, un’isola così misteriosa a pochi passi dalle Terre di Pisa e quindi dal Monte Pisano non potevamo farcela sfuggire e quindi abbiamo deciso di visitarla.

Scopriamola con una visita guidata

Vi avevamo detto precedentemente che questa isola non è raggiungibile per fini turistici e questo in parte è vero, ma da qualche anno, partecipando a visite guidate, sottostando ad alcune limitazioni sulla detenzione di cellulari, macchine fotografiche e a valle di un controllo del casellario giudiziario da parte dell’amministrazione carceraria, questo è possibile.

Svegliandoci di buon’ora raggiungiamo quindi il porto Mediceo di Livorno e insieme alle guide di Azimut-Treks ci imbarchiamo su un traghetto che in circa due ore di navigazione ci conduce nel piccolo porticciolo di Gorgona Scalo.

La navigazione nel nostro caso è stata molto tranquilla e già dopo la prima ora ad osservare l’orizzonte l’isola ha iniziato ad avvicinarsi sempre di più. Poco prima dell’arrivo al porto però l’equipaggio ha ritirato cellulari e macchine fotografiche, quindi se aspettavate di vedere foto di celle, detenuti e del paese di Gorgona Scalo siamo dispiaciuti ma non potremo accontentarvi; starà infatti tutto alla vostra fantasia e speriamo alla nostra capacità di raccontare ciò che abbiamo visto, riuscire a farvi immaginare e vivere virtualmente questo luogo incantato. Allo stesso tempo però troverete le foto di alcune splendide scogliere e altri scorci dell’isola inviateci dalle guide e che possiamo postare sperando di aiutarvi ad apprezzare questa isola unica dell’Arcipelago Toscano.

Man mano che la barca si avvicina al porto, la garitta, le abitazioni e tutto il piccolo paese di Gorgona Scalo si fanno più nitidi. I colori delle case molto accesi, il profumo della macchia mediterranea tipico delle isole ed il cinguettio dei gabbiani iniziano a comporre il sottofondo che ci accompagnerà durante tutta la giornata. Scesi dalla barca alcuni detenuti stanno sistemando le pareti della garitta mentre qualcuno col trattore trasporta generi alimentari e cibo per animali.

La regola è ben chiara: “non comunicare in nessun modo coi detenuti” e anche se risulta difficile non rispondere ai saluti, agli accenni di un sorriso o semplicemente ad un ciao, decidiamo che la cosa migliore da fare è rispettare a malincuore questa direttiva. La voglia di scoprire di più parlando con chi l’isola la vive ogni giorno è tanta ma ci accontentiamo di vedere girare in sintonia gli ingranaggi ben rodati di un sistema carcerario diverso dall’ordinario in un contesto del tutto fuori dal comune.

Lasciato il mare saliamo su per delle scale attraverso i graziosi vicoli del paesino fino a raggiungere quella che viene definita come la terrazza più bella della Toscana. Giudicare se veramente lo è risulta molto difficile, infatti la Toscana ne è piena di terrazze con viste mozzafiato, ma certamente ci ha lasciato estasiati con la sua vista panoramica sul mare azzurro che circonda l’isola.

Inizia la scoperta

Tempo per una breve pausa allo spaccio ed inizia la nostra bella camminata ad anello che ci permetterà di girare intorno all’isola. Saliamo lungo le strade sterrate che ci portano sul versante nord, a Cala Maestra, dopo aver attraversato le coltivazioni che si perdono a vista d’occhio e la vigna che dà alla luce ogni anno il pregiatissimo vino “Gorgona”. Alternando tratti di pineta e tratti esposti con vista sulle Apuane a fare da confine all’orizzonte visibile, raggiungiamo il punto panoramico della Cala che prende il nome dal vento Maestrale, che in certi periodi dell’anno la domina con forza, e qui ci concediamo una meritata pausa con questa vista per la quale ogni tentativo di descrizione sarebbe superfluo:

Giunto il momento di lasciare questo luogo panoramico si riparte verso il centro dell’isola dove la Torre Vecchia si erge imponente sulla schiena rocciosa della Gorgona. Prima però, lungo il percorso anche in questo caso caratterizzato da tratti in pineta e altri esposti: il vecchio cimitero di Gorgona. Un luogo sacro delimitato da un alto muretto ormai corroso dal tempo e dalla salsedine, cela al suo interno le lapidi dei tanti “Gorgonesi” che durante gli anni hanno trascorso le proprie vite in questa isola selvaggia. Una sensazione di tranquillità ci assale, solo il fruscio del vento tra gli alberi interrompe il silenzio e la pace di questo piccolo, ma pieno di significato, campo santo quasi dimenticato da tutti.

Lasciato il cimitero e giunti alla torre rimaniamo incantati dalla sua imponenza. Una costruzione a sbalzo sulla roccia che nonostante l’incuria e lo stato di abbandono mantiene il suo fascino. Costruita nel XIII secolo dai pisani per anni ha svolto un importante ruolo nella protezione dei confini dell’omonima Repubblica. Infatti la posizione strategica permetteva di controllare gran parte del canale di Corsica ed avvisare in tempo mediante segnali di fumo o luminosi chi di dovere per la protezione dei confini repubblicani.

E’ il momento del pranzo “con vista”

La torre svolse le sue funzioni difensive anche nel periodo del dominio fiorentino fino a diventare parte del carcere dal 1800.

Con questo reperto storico a fianco, la vista sul mare da entrambi i lati e la frescura dei pini è giunto il momento di concederci una pausa pranzo unica pronti a ripartire verso il punto più alto dell’isola ed infine a Torre Garibaldi e alla sezione agricola della colonia penale.

Ci mettiamo quindi in cammino e dopo altri 10 minuti raggiungiamo il punto più alto dell’isola dove oggi sorge una stazione radio/radar dalla quale poter vedere a 360° il panorama dell’isola. Anche in questo caso provare a descrivere ciò che da qui si può vedere, soprattutto nelle giornate limpide, sarebbe assai difficile ma vi assicuriamo che ne siamo rimasti stupefatti. In basso l’isola e le sue costruzioni, guardando a est la costa Toscana e le Apuane all’orizzonte, verso sud l’Isola d’Elba, verso ovest la Corsica e Capraia… Un punto di vista mozzafiato su una porzione immensa di mare.

A malincuore lasciamo questo punto e scendiamo nuovamente verso il paese avvicinandoci (ma non troppo) alla sezione 41Bis, il carcere duro. Una sezione distaccata e totalmente isolata del carcere, oggi dismessa, dove venivano reclusi i detenuti per reati di stampo mafioso. Oggi nelle pertinenze della sezione vivono i cavalli ed i capi di bestiame per le quali l’isolamento non è una punizione ma un grande privilegio per poter vivere in tranquillità nella natura.

Scendiamo verso la colonia agricola dove le stalle ben curate ospitano mucche da latte, pecore e pollame. Il caseificio e la cantina dove vengono prodotti formaggi e vino sono un po’ più in basso e non possiamo che farci trasportare dal profumo del “Dio Bacco” che dopo tanti anni ha impregnato con i suoi aromi questa porzione di isola.

Scendiamo ancora un po’ e raggiungiamo la Torre Garibaldi per poi tornare in paese e visitare i pochi resti della Villa Romana che vi avevamo accennato all’inizio.

Un mosaico bianco e nero sul pavimento, le mura che dividevano le stanze e i resti di fontane e manufatti ci fanno per un attimo fare un salto nell’epoca romana quando questa “Villa d’ozio” viveva il suo periodo di gloria e veniva vissuta in tutto il suo splendore.

Torniamo sulla terra ferma

Torniamo per una pausa sulla terrazza dopo aver ammirato i resti della Villa per aspettare  l’orario di partenza del traghetto, ma lo facciamo con qualcosa di nuovo sulle spalle. Torniamo sapendo che quel puntino nero all’orizzonte che vediamo ogni giorno dal Monte Pisano non è una semplice isola ma un luogo unico in Europa dove si prova a dare una seconda possibilità in modo diverso a chi ha commesso un errore. Non siamo qui a giudicare se questo è giusto o sbagliato, se questo venga fatto bene o male, ma una cosa possiamo certamente affermarla: Gorgona è un’isola unica e meravigliosa da visitare almeno una volta nella vita.

 

Come visitare l’isola?

Durante l’anno vengono organizzate visite guidate sull’isola con partenza dal Porto Mediceo di Livorno. Noi abbiamo visitato l’isola con le guide di Azimut-Treks che hanno pensato a tutto quanto, dall’accesso al parco, al traghetto fino alla gestione dei nominativi da inviare alla questura per richiedere il nulla osta alla visita. Oltre alla grande organizzazione siamo rimasti affascinati dalla bellezza dell’isola ma anche dalla grande professionalità nel saper raccontare aneddoti e storia di ciò che incrociavamo durante il percorso.

Trovate tutte le informazioni per visitare l’isola sul sito ufficiale di Azimut-Treks e sulla pagina Facebook

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Thomas Gronchi

Sono un ragazzo che ama la natura ed il territorio. Credo che con le nuove tecnologie ognuno possa esprimere al meglio le proprie passioni e condividerle. La mia è quella di mostrare il mondo che mi circonda a tutti, mediante la fotografia e la scrittura. Ho la fortuna di poter condividere con tutti voi i miei scatti ed i miei articoli perciò spero di entrare nei vostri cuori con i miei contenuti.