
Un giorno al museo… delle meraviglie! [parte 2]
[Ecco finalmente la 2° parte del racconto iniziato qui…]
Appena varcato l’ingresso ecco apparire davanti a me la Galleria storica che introduce l’area delle esposizioni permanenti ed ha lo scopo di illustrare la storia del Museo e delle sue collezioni. È concepita come un percorso a ritroso nella storia del Museo, dal Novecento sino alla sua nascita, a metà del Cinquecento, con la Camera delle meraviglie.
Ma le meraviglie, qui, sembrano essere ovunque, disseminate tra i corridoi della Certosa, tutte rigorosamente custodite in apposite vetrine come tesori preziosi: grandi mammiferi, tra cui rarissimi esemplari ormai estinti e miracolosamente conservati, collezioni di uccelli di ogni colore e taglia (merita una menzione il particolarissimo uccello lira), rettili e anfibi in teche di formaldeide, scheletri giganti di cetacei, animali marini ricostruiti fedelmente in 3d.
Sulla destra noto un misterioso passaggio, al cui interno vedo alcune piante e strane creature, in cui mi addentro senza pensarci un attimo, tanta è la mia curiosità: si tratta della Galleria delle ere geologiche; mi ritrovo così immerso in un viaggio del tempo che mostra come si sia evoluto il nostro pianeta nel corso dei millenni e contestualmente gli esseri viventi che ha ospitato.
Nell’ultima stanza, tutta blu, sembra di essere sotto l’oceano, attorniato da squali, pesci e delfini (in realtà sono i loro antenati): davvero straordinario!
La leggendaria Wunderkammer
Ritorno indietro e, in fondo al lungo corridoio principale, arrivo di fronte ad un piccolo ingresso; qui, proprio dove meno me lo aspettavo, ecco il fiore all’occhiello del Museo, la genesi da cui è partito: la leggendaria Wunderkammer.
Il colpo d’occhio è sensazionale: una stanza di modeste dimensioni, ma a dir poco incantevole, ricolma di oggetti, è il caso di dirlo, meravigliosi: minerali, fossili, conchiglie, coralli, stelle marine e altre bizzarrie provenienti da ogni dove, accuratamente riposte in eleganti armadietti d’epoca, sopra i quali numerosi animali imbalsamati sembrano quasi vegliare su questo eccezionale patrimonio storico-naturale. L’ambiente è talmente intimo e accogliente da non sentirsi più un visitatore del XXI secolo, ma di provare la sensazione di essere improvvisamente catapultato in una diversa dimensione spazio-temporale.
Appena uscito dalla Wunderkammer, sulla sinistra, una rampa di scale mi conduce al piano superiore dove è situata la Galleria di mammiferi.
Ce ne sono tantissimi: renne, zebre, bisonti, antilopi, formichieri, giaguari, leoni, ippopotami, rinoceronti, canguri, ornitorinchi e molti altri. E tutti in uno stato di conservazione eccezionale, senza neanche un pelo fuori posto, quasi da sembrare vivi… Tant’è che mi sono venute in mente alcune scene del celebre film Una notte al museo…
La Galleria dei cetacei e il più grande animale mai vissuto sulla Terra
Mi dirigo successivamente al piano superiore dove è situata la Galleria dei cetacei, che, lunga oltre 100 metri, si affaccia con grandi vetrate sul paesaggio del Monte Pisano, ed ospita al suo interno una spettacolare collezione di scheletri di cetacei attualmente esistenti (tra cui anche il più grande animale mai vissuto sulla Terra, ovvero la balenottera azzurra, lunga 24 metri!), oltre a reperti fossili di specie vissute milioni di anni fa, ma anche modelli di balene e delfini a grandezza naturale. Il tutto accompagnato da dei display che narrano di come si sia scandita nel corso del tempo l’evoluzione di questi splendidi mammiferi acquatici.
In fondo alla galleria, dentro allo scheletro di un cetaceo, ecco comparire un personaggio inaspettato: Pinocchio, il famoso burattino di legno che, com’è noto, nel romanzo, finì nella pancia di una balena. Per i più piccini sarà sicuramente una gradita sorpresa.
La Galleria dei Primati, inaugurata ad aprile 2019
Ritorno quindi al piano sottostante e dopo aver percorso nel senso opposto la Galleria dei mammiferi, giungo alla Galleria dei Primati, inaugurata, guarda caso, pochi giorni fa (il 19 aprile 2019), in cui sono esposti vari esemplari di questo ordine di mammiferi, collocati in dei grandi diorami al cui interno sono perfettamente ricostruiti i loro habitat naturali.
Mi sono così trovato nel bel mezzo di diversi ecosistemi: dalla rigogliosa giungla sudamericana, passando per la foresta spinosa del Madagascar (dove c’è il formidabile lemure dalla coda ad anelli), fino a giungere tra le rovine di un tempio indiano e nella foresta tropicale del Borneo.
Davanti a questi diorami sono collocati dei display touchscreen interattivi dove mi sono divertito a scoprire i nomi e alcune curiosità delle specie che si potevano osservare.
Più avanti, nella sala antistante, ecco invece altri tre diorami che raffigurano altrettante tappe dell’evoluzione del genere umano (anche noi, in fin dei conti, siamo dei primati…).
Verso la fine, la Galleria dei Minerali
Proseguendo giungo dove è situata la Galleria dei minerali. Qui sono raccolti centinaia di campioni provenienti da tutto il mondo, uno più bello dell’altro: cristalli, gemme luccicanti, pietre preziose, rocce particolari, tra cui una collezione storica di meteoriti comprendente la rinomata ottaedrite di Bagnone che con i suoi 48 kg è il più grande meteorite italiano attualmente conservato.
Scendo, infine, le scale e mi ritrovo nel cortile: sono giunto così alla fine di un percorso davvero unico, spettacolare ma al tempo stesso didattico, che mi ha permesso di scoprire aspetti della natura che non conoscevo e neppure immaginavo, creando anche spunti di riflessione sul difficile e, sempre attuale, rapporto tra uomo e ambiente.
È un’esperienza divertente e significativa che consiglio a tutti (adulti, ragazzi, ma anche bambini) e che, sono certo, susciterà, a chiunque voglia provarla, emozioni indimenticabili.
Biglietti per il Museo di Storia Naturale
Sono in vendita nel nostro store a San Giuliano Terme (PI), in Largo P. B. Shelley 20.
Per informazioni 050 7846847 | 366 6949330 | info@montepisano.travel
> Scopri di più sul Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa!
Scritto da Marco M.
Photo Credit: duesudue, Museo di Storia Naturale – Calci, Federigo Federighi [1], [2], Marco M.