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Giornata mondiale dell’Acqua: scopriamo le acque del Monte Pisano

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In occasione della Giornata mondiale dell’acqua (22 Marzo) vorremmo parlarvi delle acque del Monte Pisano.

Un complesso montuoso secco e inospitale?

L’avreste mai detto che il Monte pullula di sorgenti le cui acque sono tra le migliori d’Europa da un punto di vista chimico? Percorrendo la strada provinciale Lungomonte e ammirando gli affioramenti rocciosi, la vegetazione che ricorda l’aromatica macchia mediterranea, la gariga e i terrazzamenti a ulivi, a un primo sguardo ci si potrebbe fare l’idea di un complesso montuoso piuttosto secco. Nulla di più lontano dalla realtà! Il Monte è anche acqua che sgorga e scorre. Acqua che esce letteralmente dalla terra e si riunisce in rigagnoli che poi divengono torrenti percorrendo gli accentuati declivi, creando impluvi ai cui lati cresce una particolarissima vegetazione amante dell’acqua e dell’umidità: la cosiddetta vegetazione igrofila. Massi rocciosi vengono smussati nel tempo da questo scorrere costante. Muschi ed epatiche colonizzano queste rocce umide e le ricoprono di velluto verde. Numerose sono inoltre le strutture di manifattura umana (alcune attive tuttora) che hanno convogliato queste preziose acque verso fonti e lavatoi, verso villaggi e città. Pensiamo a strutture di notevole bellezza come gli acquedotti, ad esempio l’Acquedotto Mediceo che riforniva la città di Pisa di acque sorgive come quelle della Valle delle Fonti o al più recente Acquedotto Nottolini, sul versante lucchese.

Il Monte Pisano è un “colabrodo”

Possiamo pensare al massiccio del Monte come a un “colabrodo”; ciò è dovuto a spaccature nella pietra che permettono alle acque meteoriche di insinuarsi e di scendere più o meno in profondità, entrando in contatto lungo il percorso con diversi elementi chimici che conferiscono loro proprietà minerali, dipendentemente dal tipo di roccia presente. Un altro fenomeno, quello del carsismo — ovvero il modellamento della roccia per l’azione della pioggia o di acque interne profonde — è causa di questa notevole “permeabilità” del Monte all’acqua. Laddove siano presenti formazioni suscettibili alla leggera acidità dell’acqua, dovuta all’anidride carbonica disciolta in essa, avverrà una interessante reazione chimica che comporta un lento, graduale e incessante smussamento roccioso accompagnato dalla formazione di bizzarre concrezioni calcaree. Grazie a questo processo, che avviene lontano dai nostri sguardi, si originano le suggestive grotte sotterranee la cui conformazione può ricordare in modo inaspettato l’interno di un corpo umano. Il Monte Pisano ne possiede di numerose! 

L’acqua scende verso il basso per gravità finché non incontra ostacoli lungo il proprio corso, e quando trova una superficie impermeabile nella zona di contatto fuoriesce originando una sorgente.

Queste acque che percolano possono poi venire raccolte e conservate in corpi acquiferi, grossi bacini naturali in grado di contenere ma anche di trasmettere all’esterno cospicui quantitativi d’acqua. 

Dove si nasconde l’acqua del Monte Pisano?

Studi idrogeologici hanno individuato svariati corpi acquiferi presenti nel Monte.

Per quanto riguarda il versante sangiulianese, ai lati di uno dei corsi d’acqua principali, il Rio dei Molini (in località Molina di Quosa), troviamo affioramenti rocciosi riconducibili a una formazione chiamata “Calcare Cavernoso” la cui composizione è particolarmente suscettibile a fenomeni di dissoluzione carbonatica. Ciò ha comportato nel tempo l’originarsi di notevoli cavità sotterranee. La scarsa presenza di sorgenti nella zona fa però pensare che ci sia un ricircolo ben più profondo. La caratterizzazione chimica di queste acque le porta a essere catalogate come acque bicarbonato-calciche.

Poco più a sud, a monte dell’abitato di Asciano si trova la Valle delle Fonti, un’area naturale protetta di interesse locale (A.N.P.I.L.) e di ragguardevole bellezza. La valle, ricca di sorgenti, costituisce il bacino idrografico del torrente Zambra. La roccia affiorante fa parte della formazione delle Quarziti del Monte Serra, di natura impermeabile. L’elevata quantità d’acqua che si raccoglie in questa valle arriva per infiltrazione e accumulo a livelli poco profondi, e l’interazione con la roccia non dura a lungo. La presenza di scaturigini è elevata; non a caso in questa località è presente un complesso sistema di trasporto idrico ancora osservabile.

Le acque termali del Monte Pisano

Infine non possiamo non nominare il patrimonio costituito dalle acque termali. Queste, di natura solfato-calcica, sono rinomate da secoli per le loro proprietà curative, e le sontuose Terme di San Giuliano costituiscono senza dubbio un fiore all’occhiello per il Monte. 

In conclusione possiamo delineare un percorso evolutivo dell’acqua, lungo il quale essa modifica il proprio chimismo. Il primo stadio è rappresentato dal patrimonio idrico della Valle delle Fonti, che come abbiamo visto interagisce solo in minima parte con il substrato roccioso e ha uno scorrimento per lo più superficiale. Lo stadio successivo vede un contatto con il detrito più duraturo e dunque un grado di mineralizzazione via via più elevato (come nel caso delle acque di Molina di Quosa). L’ultimo stadio evolutivo vede acque ad alto grado di salinizzazione, circolanti a profondità tali da raggiungere acque calde già presenti, con cui arrivano a mescolarsi.

L’acqua è vita

Dobbiamo pensare al Monte Pisano come a un serbatoio d’acqua dal valore inestimabile che per migliaia di anni ha sostentato popolazioni umane, per non parlare ovviamente di piante e animali. Per far sì che continui a farlo, dobbiamo ora più che mai prendercene cura attraverso la trasmissione della conoscenza naturalistica, della memoria storica fatta di racconti e opere d’ingegneria antica, e nel pratico tramite piccole azioni di un saggio e oculato utilizzo della risorsa “acqua” che possono davvero fare la differenza. 

Visitiamo un acquedotto sotterraneo

Spesso durante la nostra vita quotidiana diamo per scontate tantissime cose, premiamo un pulsante e sappiamo con certezza che la stanza si illuminerà, apriamo un rubinetto ed immediatamente l’acqua fresca e limpida inizia a scorrere. Con l’acqua laviamo le nostre mani, i denti e le stoviglie. Certe volte la usiamo solo per rinfrescarci, ma vi siete mai chiesti cosa c’è dietro al semplice gesto di aprire un rubinetto? Abbiamo visitato una delle sorgenti del Monte Pisano!

Nell’articolo che potete trovare a questo link scopriamo insieme l’acquedotto nascosto di Fico Corso a Molina di Quosa

Bibliografia

– Acquiferi non termali del settore di San Giuliano Terme del Monte Pisano, L. Sergiampietri&D. Andreani, Italian Journal of Groundwater (2012) – AS01004: 053 – 064, DOI: 10.7343/AS-004-12-0004

Autrice: Margherita Bianchi

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Margherita Bianchi

Ciao, il mio nome è Margherita e sono una Naturalista. Fin da bambina ho nutrito un grande amore per la natura e con il tempo è sorto in me il desiderio di contribuire alla sua protezione. Mi sto attualmente specializzando in Conservazione ed Evoluzione presso l’Università di Pisa. Amo la scrittura come forma di espressione personale; mi piace attraverso di essa parlare di ciò che vedo da una prospettiva sia scientifica che personale. Spero con i miei articoli di accendere una scintilla di fascinazione per l’incredibile varietà di esseri che ci circonda e di far comprendere l’importanza della loro salvaguardia.